L’ARTE DEL RINFORZO POSITIVO
L’arte del rinforzo positivo è il metodo utilizzato dal centro Obbiettivo Cane nel rispetto dell’etologia dell’animale. Questo metodo d’insegnamento consiste nell’utilizzare un incentivo che sia adatto per il cane, rifiutando ogni forma coercitiva sia fisica sia mentale; è una metodologia che adulti, anziani e bambini possono usare per meglio educare il loro compagno a quattro zampe. Tutto quello di cui avremo bisogno sarà un bocconcino prelibato, un bel gioco, tante coccole e un po’ di testa!
Ecco un banalissimo esempio su come abituare il cane a riposare in un angolo ben preciso di una stanza:
- Lo possiamo sgridare ogni qual volta si accuccia dappertutto tranne che nell’angolo prestabilito.
- Oppure lo possiamo premiare con un biscotto o una carezza ogni volta si sdraia nell’angolo da noi scelto!
Immagino sia spontaneo pensare “ è senso comune premiare quando fa la cosa giusta!”
Purtroppo molto spesso quando si tratta di educare il cane ci si dimentica di cosa sia etico o meno e si passa spesso ad abusare della nostra forza fisica nei confronti del cane!!
Il rispetto reciproco non è più considerato.
Non ci accorgiamo che già nelle quotidiane mansioni di cura del cane, inavvertitamente lo educhiamo, poiché per dargli la pappa lo chiamiamo “fido vieni”, per uscire lo chiamiamo “fido andiamo in passeggiata”, quando ci sediamo per guardare la tv tranquillamente richiamiamo il cane e lo accarezziamo, ecco, con queste tre azioni abbiamo rinforzato il richiamo senza rendercene conto e senza aver messo la divisa militare!
Naturalmente cambiando ambiente cambiano gli stimoli e le distrazioni per il cane. Ad esempio al parco lasciamo il cane libero di correre, giocare con gli altri cani, con gli scoiattoli, e arrivati al cancello del parco, quando lo chiamiamo per andare a casa ci aspettiamo che lui venga ed invece lui non viene! Naturale, al parco ci sono diversi stimoli più interessanti dell’“andiamo a casa”, quindi il cane preferisce continuare a divertirsi piuttosto che tornare a casa, e’ una semplice associazione fatta dal cane: “ogni volta che il proprietario mi chiama poi andiamo a casa” (associazione negativa) = fine del divertimento! Ecco perché il cane è riluttante a rientrare al comando, non certo perchè vuole farci un dispetto!
A questo punto e’ facile che il proprietario pensi: “Il mio cane e’ disubbidiente”; di fatto molte volte abbiamo noi educato il cane a non rispondere ad un comando, proponendo un’associazione negativa anziché un’associazione positiva.
Utilizzare invece qualcosa che il cane vuole al momento del richiamo, serve a rinforzare il comando. Molti intravedono nell’utilizzo di cibo o gioco una sorta di “corruzione”.
Non è cosi, e’ un rinforzo che funziona e che serve a trasformare azioni indesiderate in azioni desiderate.
Come funziona il rinforzo positivo?
Il concetto è semplice: premiare azioni desiderate cosi che vengano ripetute, ignorare (o ridirigere) invece azioni indesiderate aiuterà ad eliminarle.
Ad esempio, il cane si siede di sua volontà in sala, se siamo pronti a premiarlo con un succulento bocconcino avremo maggiori possibilità che il cane riesegua l’azione. In questo modo non ho corrotto il cane ho solo sottolineato un comportamento desiderato.
Chiaramente questo comportamento deve essere ripetuto più volte prima che venga veramente appreso dal cane. Molto speso le persone insistono in punire comportamenti fastidiosi ed ignorano invece le belle azioni dei loro fedeli compagni.
L’educazione del cane basata sul rinforzo può essere suddivisa in più fasi:
- fase di apprendimento: in cui viene introdotto il comando
- fase di controllo stimoli: una volta appreso il comando viene riproposto variando gli stimoli ed introducendo delle distrazioni
- fase di generalizzazione: lo stesso comando viene esercitato in ambienti diversi e sconosciuti al cane
- fase di mantenimento: vengono fatti dei test sporadici per verificare che la conoscenza del comando sia mantenuta nel tempo.
In generale nell’educazione del cane possiamo ritrovare 4 scenari:
- rinforzo positivo
- rinforzo negativo
- punizione negativa
- punizione positiva.
I primi due aumentano la probabilità che l’azione si ripeta, le ultime due diminuiscono la probabilità che l’azione si ripeta. Vediamo le voci una alla volta.
Rinforzo positivo: Come detto prima la presenza di qualcosa di piacevole fa si che l’azione desiderata si ripeta. Anche noi esseri umani siamo incentivati dal rinforzo positivo, andiamo al lavoro e a fine mese abbiamo lo stipendio! Un bel rinforzo!
Rinforzo negativo: La rimozione di qualcosa di spiacevole ad esempio il collare a strangolo utilizzato per far sedere il cane con il metodo “impiccagione”, quando il cane si siede la pressione viene rimossa. Un esempio per l’essere umano può essere il bip della cintura di sicurezza che si interrompe solo quando la cintura viene allacciata, oppure i bambini fanno i compiti cosi evitano il castigo.
Punizione positiva: un esempio classico quando chiediamo al cane un seduto e lui va in terra, con il guinzaglio lo tiriamo su in posizione seduta, quindi impongo la corretta posizione. Oppure quando sgridiamo nostro figlio per avere commesso un’azione scorretta, quando un fratello picchia l’altro fratello per avergli preso un giocattolo, ecc.
Punizione negativa: Ad esempio chiedo al cane un seduto, lui va a terra, quindi rimuovo il premio inteso come cibo (ciotola) a causa del comportamento errato del cane. Rimuovo qualcosa che portava piacere al cane. Nelle nostre famiglie un esempio può essere il genitore che spegne la televisione perché il figlio non vuole mangiare il minestrone.
Riassumendo lo stimolo che segue un comportamento può essere bello o brutto e la relazione tra il comportamento e lo stimolo può essere positiva o negativa.
Agli occhi del cane rinforzo positivo e negativo servono per aumentare le probabilità di riuscita di un determinato compito, invece punizione negativa e positiva servono per diminuire la probabilità di riprodurre un’azione scorretto.
Agli occhi di un istruttore, rinforzo positivo e punizione positiva generalmente sono utilizzati per aumentare la probabilità di riuscite invece rinforzo negativo e punizione negativa vengono associati a qualcosa di spiacevole per cui servono a diminuire la probabilità di riuscita.
Vedi tabella.
Nel percorso educativo del cane l’utilizzo della punizione molto volte non funziona poiché;
- molto spesso avviene quando e’ già troppo tardi cioè quando il cane ha già compiuto l’azione indesiderata;
- la punizione arriva direttamente dal conduttore pertanto il cane puo’ imparare a non attuare il comportamento indesiderato di fronte al conduttore ma attuarlo in sua assenza.
Facciamo un esempio: un ladro non si astiene dal rubare per presenza del carcere (punizione); farà molta attenzione a non essere acciuffato ma l’azione pianificata verrà comunque conclusa.
Ma se la polizia andasse a casa del ladro e avvertisse il ladro “sappiamo cosa cerchi di fare, sei sotto controllo” ecco che forse il ladro ci ripenserebbe prima di agire.
Pertanto la presenza di una punizione molte volte non blocca l’animale nel tentativo di attuare un predeterminato comportamento.
Per principio OBBIETTIVO CANE utilizza esclusivamente il rinforzo positivo e quando necessario la punizione negativa intesa come negazione di qualcosa di piacevole per il cane.
Non fa parte del nostro metodo educativo l’uso di strumenti coercitivi quali collari a strangolo, con le punte, elettrici, oppure altre forzature sull’animale.
Chiaramente è più impegnativo utilizzare il cervello rilasciando il premio al momento giusto anziché usare la forza e strattonare il cane per ottenere qualcosa, ma il lavoro cognitivo sull’animale da’ ottimi risultati in tempi anche brevi.
Alla fine del nostro percorso avremo un animale sereno, che ama lavorare per il proprio conduttore divertendosi. Si crea una maggiore sintonia nel binomio cane-proprietario.
TIZIANA DA RE